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Intervista alla genialità: la calabrese Angiolina Marchese

Buongiorno Angiolina. Innanzitutto grazie per portare, con la sua arte (la pittura), la nostra terra (la Calabria) in giro per il mondo. Ma noi vogliamo sapere di più circa questa “stella” calabrese che ha contribuito a dare, con le sue straordinarie opere, luce alla Calabria. La prego, ci parli di lei.

Sono nata a Diamante, la città dei murales, dopo il liceo e l’accademia di belle arti mi sono specializzata in tecniche grafiche speciali per insegnare tecniche pittoriche in un noto liceo romano. La mia ricerca artistica è iniziata con il maestro Giulio Turcato che mi ha accompagnata ad una maturità artistica di grande sensibilità e capacità tecnica con l’ardore sempre vivo di un’artista cosciente di se stessa e del mondo che mi circonda. Ho sempre avuto un ottimo rapporto con la mia città partecipando sempre ad eventi culturali ma, ho anche organizzato mostre con artisti di fama nazionale e internazionali. L’arte per me è sempre stata vista come qualcosa di bello , qualcosa che nel corso dei secoli ha rappresentato la storia dell’uomo, con tutte le correnti artistiche che si sono susseguite nei vari periodi storici. L’arte ha sempre lasciato un sogno dentro di me e ogni artista si riconosce nella sua individualità perché ognuno esprime se stesso sia nell’astratto che nel figurativo, spesso nelle mie opere trovo ispirazione nei paesaggi della mia Calabria con i colori del mar Tirreno. Emerge in me un attenta osservazione di qualità talentuosa che la mia terra di origine che brilla di policromia naturale perché l’arte è legata alla vita.

Quando ha percepito che in lei c’era l’estro artistico?

La mia passione per l’arte è nata da giovanissima. Dopo gli studi artistici da cui non potevo scappare sapevo già dove volevo arrivare. Terminati gli studi delle belle arti con il massimo dei voti era per me una sfida , andare fuori il coraggio ..Sono stati momenti faticosi , spesso ci ripenso alla fatica della vita a tutti i sacrifici e problemi che mi hanno accompagnata in una città come Roma da sola .E’ stata dura ma ci tengo a sottolineare che la mia tenacia mi ha premiato . Oggi mi sento un’artista a 360 gradi , mi sento libera da confronti stilistici e amo spaziare con la mia fantasia sia nel creare che nell’organizzare mettendo a frutto varie iniziative che suscitano emozioni profonde.

Diamante, il paese dei murales, quando è partito il primo progetto? E quale è stato per lei il murales più bello dal punto di vista del messaggio?

Diamante è la città dei murales ma anche la mia città natale in provincia di Cosenza. L’operazione culturale ebbe inizio negli anni 80 dal pittore Nani Razetti di Milano ma di origine Calabresi che propose al sindaco Evasio Pascale questo progetto per rivitalizzare il centro storico con 85 pittori che iniziarono a dipingere tutto il centro storico facendo rinascere nella gente che vi abita il gusto della conservazione del proprio passato . C’è chi dice che una galleria open air , dove l’arte è protagonista in ogni vicolo, dove ogni muro narra un frammento di storia di questa terra e della sua gente, dove forme e colori hanno rianimato vecchie case di pescatori nel suggestivo microcosmo della Calabria che brilla di salsa e peperoncino. Va rimarcato che questa iniziativa è riuscita perfettamente. Tutte le opere mi suggestionano, in esse sento affinità e familiarità , con le mie origini . Quello che più mi piace è la morte del giovane pescatore che si porge come una pietà, dove gli occhi dicono che ha fatto di tutto per salvare quella vita, un linguaggio realistico per far capire il mistero di questa profonda testimonianza di vita.

Con Sgarbi, quasi un binomio inscindibile, ma quando è stato il suo primo incontro?

Il mio primo incontro è stato alla pro biennale di Venezia , una collettiva organizzata da SPOLETO ARTE, dove ho partecipato con due opere. Non mi ha mai chiamata capra , anche se io voglio sentirmi capra per il mio coinvolgimento artistico. Io trovo Il professor Sgarbi un critico buono come il vino che col tempo è migliorato tantissimo. E’ uno studioso, saggista, politico, personaggio televisivo, opinionista , persona molto attenta che rivela sempre una serie di meraviglia del nostro patrimonio artistico. Una persona carismatica, intelligente, raffinato e schietto, uno storico dell’arte italiana dei più attivi che ha successo e chi ha successo è perché è successo qualcosa. Dei suoi difetti ci sono altre persone che ne parlano. Io posso solo ringraziarlo per aver accettato di presentare i miei eventi e di dare visibilità ai tanti iscritti alla mia associazione culturale.

Quale è l’opera a cui è particolarmente legata?

Sicuramente ci sono una seria di opere a cui sono legata . Durante la mia vita artistica ne ho realizzato veramente tante e posso paragonarli a piccoli mattoncini come un mosaico che formano la mia formazione artistica, in modo particolare quelle che rappresentano e che vibrano dentro ogni essere umano ed emozionano per come creiamo il nostro universo , perché l’emozione si salda nell’anima e non può essere dimenticata . Una in particolare è quella ispirata al naufragio, che tutti i giorni purtroppo assistiamo , un opera espressionista dove i colori sono fondamentali perché raccontano lo stato emotivo di queste tragedie in una completezza espressiva. Oltre a dipingere lei segue moltissime mostre e molti artisti. Cosa le piace di più: essere artista o curatrice? Ultimamente dipingo poco perché mi dedico anche all’attività di curatrice, oltre alla passione ci sono tanti impegni familiari con una mamma anziana a cui dedico molto tempo. Arrivare a conoscere gli artisti è un viaggio ancora più difficile, ma il sentire l’arte è sempre comunque un appagamento , un sentimento incontrollabile e sono felice quando l’arte parla dei miei eventi.

Oggi sono moltissime le donne artiste, in passato non era così; lei, quando fa le collettive con le sue colleghe, intrattiene anche un rapporto di amicizia?

Nel rinascimento le figure femminile iniziano ad emergere. La prima pittrice donna è stata Artemisia Gentileschi l’icona della lotta alla violenza sulle donne. Per avvicinarci ai giorni nostri tante sono le donne che diventano pittrici e ricevono più attenzioni rispetto a coloro che le hanno precedute. Oggi le donne artiste riescono ad emergere dall’ombra e ottenere la luce della ribalta o la parte che meritano. Si misurano, si riflettono nei rapporti sociali nell’ambito artistico per trovare il punto di equilibrio, perché secondo me l’arte oltre ad essere un atto creativo è la più alta forma di comunicazione e conoscenza completa e, risponde ad un desiderio fortissimo di voler fare oltre ad essere. Si spesso con le donne mi capita di instaurare rapporti di amicizia , di stima e di fiducia oltre che lavorativi. L’arte è anche questo soprattutto.

Ci sono stati dei momenti che ha pensato di lasciare l’arte?

Non ho mai pensato di abbandonare l’arte, perché è la mia vita e mi fa sentire parte di qualcosa, mi permette di condividere le mie esperienze sia come artista che come curatrice. L’arte è il dono più bello che la vita potesse farmi.

Quale è la mostra che le ha dato più soddisfazione?

Sicuramente la mostra protagonisti del tempo d’arte nella mia città natale presentata da Vittorio Sgarbi. Cosa bolle in pentola? Nuovi progetti? Sicuramente il meglio della cultura torna a Roma nelle prestigiose sale della camera dei deputati per premiare le eccellenze dell’arte , ma anche della politica , della cultura dello spettacolo. Una prestigiosa iniziativa promossa dall’ Associazione Culturale ART GLOBAL e patrocinata dall’ On. Aldo MATTIA prevista per il 24 aprile dove verranno conferiti premi con particolare riguardo alla carriera o ad un opera di particolare rilevanza di livello pedagogico, sociale o di carattere comunicativo.

Intervista realizzata da Salvo Ardizzone per il libro “L’arte di essere amici”.